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  • Marco Sanlorenzo

Madagascar: aggiornamento aprile 2018

Aggiornamento: 22 ott 2020


L'ultima relazione pubblicata del PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE (PAM) raccoglie e analizza i dati della situazione in Madagascar fino alla fine del mese di ottobre 2017 e segnala un netto peggioramento della situazione alimentare, specie nel sud dell'isola dove oltre 1,6 milioni di malgasci (alias quasi il 90% dell'intera popolazione in loco) vivono in situazione di grave insicurezza alimentare.

Negli ultimi anni la già breve stagione delle piogge si è ulteriormente accorciata e comunque le precipitazioni, seppur a volte violente, sono globalmente meno prolungate e ridotte, con grave danno all'agricoltura e quindi alla popolazione.

Nel mese di gennaio 2018 un violento ciclone ha devastato la regione centro-nord, interessando anche la capitale, e ha determinato alcune decine di morti nonché oltre 100.000 sfollati, che sono stati costretti ad abbandonare villaggi e abitazioni, per lo più distrutte o gravemente danneggiate.

La situazione politica, già deteriorata da tempo, si è ulteriormente aggravata.

Da ieri 21 aprile, (sto scrivendo queste mie note nella giornata del 22 aprile), le forze di sicurezza, i reparti speciali antisommossa e alcuni battaglioni dell'esercito, supportati da blindati, hanno preso posizione, dietro ordine del prefetto della capitale (che è anche un generale dell'esercito!), attorno al centro storico della capitale, la piazza di Analakely, dove, proprio oggi, si dovrebbe svolgere un'imponente manifestazione (previste quasi 100.000 persone) con oltre 70 deputati e sostenitori dell'ex presidente Ravalomanana. Una manifestazione ufficialmente non autorizzata: si temono scontri con i sostenitori dell'ex presidente della transizione Rajoelina, dato che le due figure sono acerrime nemiche da molti anni.

Impossibile circolare in città a causa della globale insicurezza senza adeguati accorgimenti e possibilmente mai da soli.

Tutto questo non fa altro che peggiorare la già precaria situazione socio economica, e a farne le spese è ancora, purtroppo, la già poverissima popolazione.

Foto tratta da africarivista.it

Foto tratta da africarivista.it

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