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Marco Sanlorenzo

Madagascar: Batsirai e i cicloni che l'hanno preceduto


Dopo la tempesta tropicale Ana nella seconda metà di gennaio, il Madagascar è stato investito tra il 5 e il 7 febbraio dal ciclone Batsirai, che ha colpito le regioni centrali fino a Fianarantsoa e la costa est dell'isola.


Il bilancio ufficiale ad oggi parla di 92 morti, oltre 110.000 persone che hanno avuto gravi danni alle abitazioni, oltre 60.000 persone che sono scappate dalle zone colpite (fonte Le Monde Afrique).


Manakara, Mananzarj, Fianarantsoa sono le città più colpite. Ha piovuto molto anche nella regione della capitale Antananarivo, senza però raggiungere l'intensità che è stata prese altrove.


Questo bilancio è provvisorio, poiché molte zone non sono ancora state raggiunte dai soccorritori.


Periodicamente il Madagascar viene investito da cicloni nel periodo gennaio-marzo e in passato vi sono stati eventi molto più gravi e devastanti: nel marzo 2004 il ciclone Gafilo provocò la morte accertata di oltre 300 persone, 700.000 sinistrati e danni superiori a 2 miliardi di dollari dell'epoca e interessò anche le regioni del Sud, compresa Isoanala: fortunatamente qui solo con piogge battenti e continue e allagamento della piste di collegamento con altre regioni.


Il numero dei cicloni in Madagascar è sempre stato alto: nel marzo 2017 il ciclone Enawo investì il nord dell'isola provocando gravi danni: 80 morti accertati e danni per oltre 400 milioni di dollari.


Ma il numero di cicloni è sempre stato alto: Il ciclone Elita, che ha colpito ben tre volte il Madagascar a cavallo del 2003/2004 con 3 passaggi dopo un relativo allontanamento, il ciclone Ivan, che nel nel febbraio 2008 distrusse oltre il 90% delle infrastrutture dell'isola St Marie (costa Est Madagascar) e delle coltivazioni di vaniglia della regione limitrofa, i cicloni Binziga nel febbraio 2011 e Giovanna nel febbraio 2012, il ciclone Fantala nell'aprile 2016, che detiene il record di vento con più alta velocità mai misurata in Madagascar e Oceamo indiano (oltre 250 km/h), fino ad arrivare agli ultimi Calvina (2019), Berna ed Herold (2020) che, pur non avendo una esagerata intensità, si sono caratterizzati da una lunga durata di passaggio con la trasformazione in piogge tropicali intense che hanno comportato sì decessi, ma maggiori danni alle infrastrutture (strade, piste, abitazioni) e alle coltivazioni.


Il problema più grave è la distruzione delle poche infrastrutture sanitarie, la contaminazione delle acque, la fame delle popolazioni colpite: problemi difficili da risolvere a causa dei pochi mezzi disponibili, della carenza di personale, medicine, ecc.


Nel sud , a Isoanala, vi sono state alcune piogge non intense, mentre nelle regioni colpite dalla siccità nulla per ora è cambiato: il Madagascar è quindi tagliato in due parti: centro e nord sottacqua, o quasi, sud a secco!!


Il dramma continua!


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