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Marina

Il Coronavirus in Paraguay

I primi casi di Coronavirus segnalati in Paraguay risalgono al 13.3.2020 e il focolaio iniziale è stato un matrimonio a cui avevano partecipato oltre 500 persone.


Da marzo ad oggi sono stati segnalati 71.065 casi positivi.


Riportiamo le parole dei vescovi del Paraguay riuniti in assemblea plenaria virtuale, pubblicate a novembre 2020: “È un momento difficile, di grande incertezza, segnato dalla sofferenza, dal dolore e dal lutto di tante famiglie, che piangono la morte di parenti e persone care, che non hanno potuto assistere a veglie e funerali, condividere il dolore, guarire e trovare conforto. Molti connazionali si trovano in difficoltà finanziarie e hanno perso lavoro, opportunità di studio, investimenti e mezzi di sussistenza”. D’altro canto, “la corruzione, pubblica e privata, non smette di compromettere la nostra fiducia e di sprecare le risorse destinate a migliorare le condizioni di vita delle nostre persone, soprattutto dei settori vulnerabili. Continuiamo ad aver bisogno e a reclamare il bene comune che consiste in salute, istruzione, cibo, lavoro, alloggio, la terra, la dignità di ogni vita, servizi pubblici di qualità e politiche ferme e decise equità e sviluppo per tutti”.

Ancora, denunciano i vescovi, “a causa della mancanza di risposte tempestive e serie, le aziende vengono chiuse e si perde il lavoro, ipotecando il presente e il futuro di tanti giovani e di tante famiglie. È necessario recuperare la credibilità delle nostre istituzioni pubbliche, con coerenza, onestà e impegno”. Inoltre, aumenta la povertà e si susseguono episodi di espropri di popoli indigeni dai loro territori, spesso nella complicità del potere.


“La costruzione di una società più giusta, più fraterna ed equa – auspica la Cep –, insieme agli sviluppi sociali ed economici di cui il nostro paese ha bisogno e richiede, poggia sulle spalle di tutti i paraguaiani, ma soprattutto di coloro che più sono responsabili. Chiediamo pertanto alle autorità pubbliche, ai leader politici, sociali ed economici di non lesinare sforzi per promuovere un dialogo sociale aperto, partecipativo e trasparente che porti a definire e attuare le politiche e le azioni appropriate in questo momento”.


Foto tratta da vaticannews.va

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