Domenica 29 gennaio si ricorda la Giornata Mondiale per i malati di lebbra, ma ormai da molti anni tale evento viene ricordato sempre meno, solo la Chiesa Cattolica e le altre Chiese Cristiane paiono interessate realmente a tale problema.
Perché si parla sempre meno della lebbra? È forse una malattia ormai debellata e non ci sono più malati? Certamente il numero totale di ammalati in tutto il mondo è significativamente diminuito negli ultimi 20 anni, in particolare nei paesi che hanno avuto un buon sviluppo economico-sociale (Nord Africa, Sud America, alcuni paesi del Sud Est asiatico). In India, nazione che ha avuto un grande boom economico e che da sempre ha rappresentato il paese con il maggior numero di casi di lebbrosi, il numero di ammalati si è ridotto a un terzo, ma alcuni organismi di volontariato fanno presente che tali dati paiono manipolati ad hoc da parte del Governo Indiano (non sarebbe stata possibile una così drastica riduzione in così breve tempo!!).
India a parte, è ancora una volta l'Africa il continente dove è presente il più alto numero di soggetti lebbrosi, a causa dell'endemica povertà, insicurezza sociale, rivolte, guerre, ecc. Il Madagascar è in Africa, al pari di Angola e Mozambico, il paese con più lebbrosi. I casi nuovi sono in leggera diminuzione, specie nelle città, ma nelle campagne isolate vi sono certamente molti ammalati che non possono essere riconosciuti e trattati.
Non si osservano quasi più i casi di “biblica memoria” con lesioni cutanee talmente estese e orribili a vedersi, ma vengono osservati malati che presentano lesioni secondarie dovute alla malattia e che interessano tendini, nervi, occhi con sequele invalidanti molto gravi.
Il nostro ospedale di Isoanala è riconosciuto dalla Stato Malgascio come centro di referenza per i soggetti lebbrosi e anche qui abbiamo osservato e stiamo osservando casi con lesioni cutanee non gravi, ma con lesioni secondarie importanti che richiedono complessi interventi chirurgici e una lunga riabilitazione.
La progressiva riduzione di interesse da parte delle popolazioni dei paesi sviluppati ha comportato una notevole riduzione nelle donazioni e negli aiuti che diversi organismi internazionali erogavano e questo potrebbe rilevarsi un pericoloso “boomerang” per i prossimi anni, non potendo curare adeguatamente i nuovi casi.
Noi riusciamo per ora a provvedere al necessario per tutti gli ammalati che afferiscono al nostro centro e speriamo di riuscirvi anche in futuro nonostante i molti problemi che stanno emergendo tra i quali la comparsa di lebbra resistente alla terapia medica attuale.
Il disinteresse delle grandi multinazionali farmaceutiche nel confronto di tale patologia è, ovviamente, dettato da motivi economici: perché investire denaro e tempo per una patologia che colpisce quasi esclusivamente dei poveracci che non hanno i mezzi per acquistare i farmaci e che, quindi, non rendono economicamente? Ancora una volta “il denaro e il guadagno” condannano individui innocente a una misera vita; ricordiamoci solo che coloro che ne traggono profitto siamo purtroppo noi tutti, fortunati abitanti del “Nord Mondo”.