Mentre nelle regioni del centro-sud del Madagascar, le piogge sono state così intense e accompagnate da forti venti da assumere l'aspetto di veri e propri uragani, nelle regioni del sud-ovest, la situazione si è fatta particolarmente critica negli ultimi mesi, a causa dell'imperversante siccità.
Che la pioggia fosse stata particolarmente scarsa quest'anno, era cosa nota ed evidente, ma non si avevano fino a circa un mese fa, notizie allarmanti. Lentamente è invece venuto alla luce come in ben 34 distretti della provincia di Tolear, si fosse in una situazione di vera emergenza idrica, complice sia la siccità di quest'anno (in totale è finora piovuto solo per alcune ore!!!), sia la situazione critica dei due anni precedenti, caratterizzati da una pluviometria particolarmente ridotta.
Le notizie ufficiali parlano di oltre 500 mila persone letteralmente intrappolate nella zona desertica dell'Androy e a rischio di morte per fame e sete.
Per la prima volta, in Madagascar, si sta dando ampio spazio a queste notizie sui vari mezzi d'informazione, segno questo di una nuova politica e atteggiamento del governo. Situazioni simili si verificano in Madagascar, nelle regioni meridionali interessate da fenomeni saheliani, in media ogni 5-7 anni. L'ultima grande siccità si è verificata negli anni 1990 - '92 quando nelle medesime zone toccate oggi, non piovve per nulla e vi furono oltre 40 mila decessi accertati.
L'area d'Isoanala, dove è situato l'ospedale da noi sostenuto, fa parte della provincia di Tolear, ma fortunatamente è situata più ad est delle zone colpite e nonostante le piogge non siano state abbondanti, la gente del posto per ora non è in una situazione critica come quella segnalata nelle altre zone. Quello che più ci preoccupa, è l'inevitabile arrivo a breve di profughi, in altre parole di quelli più fortunati e coraggiosi che attraverso il deserto dell'Androy, con il quale Isoanala confina, saranno stati in grado di raggiungere le regioni dove poter trovare cibo ed acqua.
Con la solita preveggenza che le contraddistingue, le suore insieme con i padri, hanno cercato di costituire una riserva alimentare, mentre per l'acqua non c'è problema poiché il fiume Isoanala, dal quale prende il nome il villaggio, è alimentato da sorgenti perenni.
I profughi porteranno però con loro molte malattie, che potrebbero vanificare tutti gli sforzi intrapresi in questi anni per il controllo, anche se parziale, delle principali patologie come la tubercolosi, la bilarziosi, la lebbra, le diarree, ecc.
L'ospedale d'Isoanala è l'unica struttura equipaggiata per fare diagnosi e impostare l'eventuale terapia, ma i mezzi sono comunque limitati.
Stanno per rientrare in Italia, in questi giorni, Anna e Catia che proprio in questo periodo, si trovavano presso l'ospedale d'Isoanala per provvedere a un corso di qualificazione per il personale paramedico e che ci porteranno notizie anche di questa grave situazione della quale vi terremo informati.